Depressione e burnout sono – purtroppo – evenienze frequenti fra i medici.
Certamente il tema presenta vari aspetti psicologici, ma spesso ne ha ancor più di filosofici.
Che senso ha la malattia?
Che senso ha la cura?
Che senso ha la morte?
In quale rapporto di priorità – se ve n’è uno – si colloca la vita di chi cura rispetto a quella di chi è curato?
Come affrontare ciò che non si può cambiare?
Si può rivendicare il diritto al valore della propria individualità, in un sistema che considera il medico come un mero strumento?
In quale rapporto stanno etica e tecnica?
Fin dove giunge – o dovrebbe giungere – il senso di responsabilità?
Dove si colloca il confine tra il dovere del medico di curare e il diritto del paziente di non essere curato? E quello tra il diritto del medico di non eseguire una procedura e il diritto del paziente a riceverla?
… e si potrebbero aggiungere mille altre domande.
La Medicina interroga in misura infinita la Filosofia, perché infinito è l’umano con cui si confronta.
A volte si possono trovare risposte.
A volte, tutto ciò che serve è entrare nel giusto rapporto con le domande.
Questo è quello che fa il Counseling Filosofico.
Mi sono specializzata in Counseling Filosofico dedicato ai medici perché anche questa, come quella medico, è una professione che richiede inesausta passione ed un lavoro di cui c’è immenso bisogno.